giovedì 30 luglio 2009

La strage di Bologna

2 Agosto 1980, Bologna, stazione centrale, sono le 10.25 quando in pochi secondi vengono spezzate 85 vite di persone innocenti, la notizia si espande per tutto il paese, nel mondo intero si parla di quella strage, che all’inizio aveva il sapore di attentato, ma subito dopo si capì che era un attentato a scopo politico. Si proprio così, per un ideale si sono spezzate 85 vite di persone innocenti, per lo più italiane, nostri fratelli.
Ancora oggi a 29 anni da quel tragico episodio ci sono mille dubbi su quella strage, proprio in quegli anni, negli anni di piombo, dove sono state spezzate le vite di migliaia di ragazzi specie di ragazzi fascisti, morti per un ideale, giusto o sbagliato che sia, ma questi ragazzi non sono minimamente ricordati dai loro fratelli italiani, ma sono alcune persone i buon cuore li ricordano, i FASCSISTI attuali.
In quella piazza ci sono tantissime lapidi tantissime scritte in memoria di queste persone uccise da un ideale.
Parecchie lapidi dicono che le persone sono state uccise dall’ “odio fascista”, ma non credo sia proprio così, perché il 90% degli indizi riconduce ad un attentato da parte delle BR, si proprio loro, quelli che dicevano di amare la patria. Basti pensare che i fascisti realmente amano la patria e i loro fratelli di nazione, quindi non avrebbero mai fatto una strage del genere.
Ma come si sa è sempre colpa dei fascisti, purtroppo questo mondo vuole che sia così e i fascisti se ne fregano anche perché sarebbe inutile controbattere gente che non rispettano il loro stesso ideale (i comunisti).

mercoledì 29 luglio 2009

La Lega Nord

Tanti di voi vi sarete chiesti il perche' la Lega riceve tutti questi voti, beh le risposte sono tante ma semplici. L'ideale principale della Lega sarebbe di dividere l'Italia in due, come tanti anni fa, Nord e Sud.
C'è da premettere che giusta o sbagliata che sia questa unione è costata la vita a migliaia di persone, l'Europa intera ha combattuto per questa unione, quindi non credo che l'Europa approverebbe al 100% se si approvasse la legge della divisione dell' Italia.
In un intervista di alcuni anni fa, il presidente del Carroccio Bossi, fu intervistato e gli venne chiesto se realmente conveniva al Nord dividersi dal Sud, visto che 50% di cio' che è prodotto al nord resta li e il restante 50% viene mandato al Sud. Quindi la giornalista disse che anche il Nord si impoverirebbe visto che dopo avvenuta la divsione il Sud poteva acquistare da chiunque i prodotti che venivano prodotti al Nord. Ma Bossi insisteva di no, era convinto che il Sud sarebbe stato ugualmente obbligato ad acquistare da loro, ma si sbaglia.
Poi c'è anche da premettere che il Sud prima dell'Unita' d'Italia era molto piu' ricco del Nord, in quanto al Sud c'erano fabbriche etc...
Quindi c'è da chiedersi se realmente conviene la divisione al Nord.

martedì 28 luglio 2009

LA TRAGEDIA DELLE FOIBE!

In questo post parleremo di una della piu' barbare e piu' sanguinose tragedie umane, le FOIBE.
Le Foibe sono stati dei veri e propri eccidi, per motivi etnici o politici, durante e dopo la II Guerra Mondiale.
Questi uccidi furno fatti dai partigiani del dittatore jugoslavo Tito. Nelle Foibe sono morti tantissimi italiani e da sottolineare che non erano tutti fascisti ma anche comunisti.
Io ho fatto una domanda a parecchie persone che hanno diverse idee politiche sul perche' non si dedichi un solo giorno l'anno per ricordare questa tragedia, e molti mi hanno risposto che questi sono le conseguenze della perdita della Guerra. Bene io a questi ho risposto che prima di vedere la politica di una persona bisogna guardare che è sempre una persona e per di piu' è un ITALIANO, e che per la perdita della Guerra non si possono dimenticare i morti.
Parecchie persone ignoranti, che erano comuniste, mi hanno risposto che è giusto cosi' perche' erano tutti fascisti quelli che sono stati uccisi, ma evidentemente non sanno che c'erano anche alcuni "compagni", e che non c'era distinzione politica ma bastava che eri italiano e venivi ucciso.
Le Foibe sono state una cosa da vigliacchi, anche perche' è stata una morte barbara. Le uccisioni avvenivano presse delle fosse naturali, tante persone venivano legate tutte mediante una corda, veniva lanciata giu' una persona e quella persona si tirava dietro tutto il seguito. Una cosa da vigliacchi ignobile, forse una cosa che io personalmente non farei mai, ma tra l'altro molti dicono che il Duce era fuori di testa (tutti i comunisti), ma secondo me i veri pazzi sono loro. Non guardano cio' che faceva Tito, Lenin, Stalin etc. ?

SERGIO RAMELLI!

Sergio Ramelli (Milano, 8 luglio 1956Milano, 29 aprile 1975) è stato uno studente italiano , militante e fiduciario del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del MSI), vittima di un assassinio a sfondo politico avvenuto nel 1975 a opera di alcuni militanti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia Operaia. All’epoca del fatto diciottenne, era studente di chimica industriale all’ITIS “Ettore Molinari” di Milano.

Contesto scolastico

Nei primi mesi del 1975 l’ITIS “Molinari” di Milano, analogamente a quanto avveniva in molte scuole superiori e università italiane, era teatro di accesi scontri politici tra opposti estremisti di destra e di sinistra. L’edificio scolastico, risalente ai primi anni sessanta, non permetteva un adeguato controllo dell’ordine pubblico interno e, in ragione di ciò, si era guadagnato la reputazione di luogo a rischio, visti gli accesi contrasti politici che in esso avevano luogo. Infatti già nel novembre 1974 tre militanti di Avanguardia Operaia (tra cui Di Domenico) furono arrestati dalla polizia poichè trovati in possesso ciascuno di chiavi inglesi di notevoli dimensioni. Gli stessi ritornavano da un'aggressione in cui avevano ferito due persone a causa dell'acquisto di un giornale di destra da parte di uno dei due. Nonostante che i pantaloni di Di Domenico fossero sporchi di sangue giustificò il fatto con la sua abitudine a mangiarsi la pelle attorno alle unghie. Al termine del breve dibattimento i tre furono assolti.

Le posizioni politiche di Sergio Ramelli, fiduciario del Fronte della Gioventù, erano ben note nell’istituto, in quanto da egli stesso più volte pubblicamente professate; esse gli procurarono due aggressioni in un breve lasso di tempo, che lo spinsero, nel febbraio 1975, a lasciare il “Molinari” per proseguire l’anno scolastico in un istituto privato: infatti, secondo quanto reso noto in seguito da sua madre, Sergio Ramelli, in un tema scolastico, espresse posizioni di condanna delle Brigate Rosse, aggiungendovi una nota di biasimo verso il mondo politico per il mancato cordoglio istituzionale verso la morte dei militanti padovani del MSI Mazzola e Giralucci (Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci), uccisi in un attentato delle Brigate Rosse avvenuto l’anno precedente (17 giugno 1974). Il tema, dopo essere stato sottratto al professore, fu successivamente apposto su una bacheca scolastica e usato come “capo d’accusa” in un altrettanto “processo” scolastico istituito contro Ramelli dagli altri studenti. Sergio Ramelli fu accusato di essere "fascista".

L’aggressione


Il 13 marzo 1975 Ramelli era di ritorno alla sua abitazione, in via Amadeo a Milano; parcheggiato il suo motorino poco distante, in via Paladini si incamminò verso casa. All’altezza del civico 15 di detta via Paladini Ramelli fu assalito da un gruppo di persone armate, si seppe in seguito, di chiavi inglesi, e colpito ripetutamente al capo; a seguito dei colpi ricevuti perse i sensi e fu lasciato esangue al suolo. Testimonianza resa durante il processo da Marco Costa:


« Ramelli capisce, si protegge la testa con le mani. Ha il viso scoperto e posso colpirlo al viso. Ma temo di sfregiarlo, di spezzargli i denti. Gli tiro giù le mani e lo colpisco al capo con la chiave inglese. Lui non è stordito, si mette a correre. Si trova il motorino fra i piedi e inciampa. Io cado con lui. Lo colpisco un'altra volta. Non so dove: al corpo, alle gambe. Non so. Una signora urla: Basta, lasciatelo stare! Così lo ammazzate!" Scappo, e dovevo essere l'ultimo a scappare. »


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Testimonianza resa durante il processo da Giuseppe Ferrari Bravo:


« Aspettammo dieci minuti, e mi parve un'esistenza. Guardavo una vetrina, ma non dicevo nulla. Ricordo il ragazzo che arriva e parcheggia il motorino. Marco mi dice:"Eccolo", oppure mi dà solo una gomitata. Ricordo le grida. Ricordo, davanti a me, un uomo sbilanciato. Colpisco una volta, forse due. Ricordo una donna, a un balcone, che grida:"Basta!". Dura tutto pochissimo...Avevo la chiave inglese in mano e la nascosi sotto il cappotto. Fu così breve che ebbi la sensazione di non aver portato a termine il mio compito. Non mi resi affatto conto di ciò che era accaduto. »
Pochi minuti dopo l’aggressione, un commesso vide il corpo coperto di sangue di Sergio Ramelli e allertò la portinaia del palazzo di via Amadeo dove il giovane abitava. La portinaia, riconosciuto Ramelli, avvertì la polizia e i soccorsi medici; un’autoambulanza portò d’urgenza Sergio Ramelli all’Ospedale Maggiore; lì fu sottoposto a un intervento chirurgico della durata di circa cinque ore allo scopo di ridurre i danni causati dai colpi inferti alla calotta cranica.
Nel corso dell’assemblea consiliare al Comune che fece seguito all’aggressione di Ramelli, l’allora sindaco Aldo Aniasi dovette fronteggiare una turbolenta seduta nel corso della quale, a fronte della condanna istituzionale di prammatica dell’aggressione e alle risentite stigmatizzazioni dell’accaduto dei partiti di destra, vi fu, tra il pubblico presente, chi applaudì alla notizia del fatto e rivolse fischi al rappresentante del MSI che aveva in quel momento la parola.
l decorso post-operatorio di Sergio Ramelli fu caratterizzato da periodi di coma alternati ad altri di lucidità e aggravato da una sopraggiunta broncopolmonite; le complicazioni cerebrali comunque indotte dall’aggressione lasciarono i sanitari dubbiosi sul recupero delle piene funzionalità fisiche di Ramelli, segnatamente l’uso della parola.uttavia, la morte sopraggiunse 48 giorni dopo l’aggressione, il 29 aprile.

Il funerale

Ai funerali, cui la Presidenza della Repubblica (carica all’epoca ricoperta da Giovanni Leone) partecipò inviando una corona di fiori, presenziò l’allora segretario del MSI Giorgio Almirante, e nel corso della celebrazione delle esequie quattro militanti di destra furono denunciati per apologia del fascismo in ragione dei saluti romani rivolti al feretro; successivamente, a cerimonia terminata, circa 30 giovani, inneggiando alla figura del Duce, cercarono di raggiungere una vicina sede del PCI, ma furono dispersi dalla polizia. A seguito dei tafferugli che nacquero dagli scontri con le forze dell’ordine altri tre militanti furono incriminati per manifestazione sediziosa e apologia del fascismo. Nel frattempo, dalle finestre delle aule della Facoltà di Medicina, che danno su Piazzale Gorini alcuni giovani con i volti coperti da fazzoletti rossi fotografano i partecipanti al funerale.. Molte delle foto scattate quel giorno sarebbero poi state ritrovate nel cosidetto "covo di viale Bligny".

Grazie Wikipedia, come sempre.

Volevo aggiungere qualche parola, cosa che poche volte ho fatto. Di solito sono sempre i fascisti ad essere accusati di attaccare in maggioranza numerica, ma come si dimostra in questo caso, e in molti altri casi, la stessa sinistra che accusa i fascisti di questo fatto, lo fanno anche loro.
Io voglio dire solo un'ultima cosa, ci sono tanti giorni in un anno, perche' non usufruire di un giorno per ricordare i ragazzi morti per un idele ?

Partito Nazionale Fascista

Il Partito Nazionale Fascista (sigla PNF) fu il partito politico italiano espressione del movimento fascista.

Nato nel 1921 dalla fusione tra i Fasci italiani di combattimento e l'Associazione Nazionalista Italiana, guidò la cosiddetta rivoluzione delle camicie nere che portò, nell'autunno del 1922, Benito Mussolini a divenire presidente del Consiglio dei ministri e, tra la metà e la fine degli anni '20, diventò, prima de facto poi de jure, il partito unico del Regno d'Italia fino alla caduta del regime fascista nel luglio del 1943.

L'organo ufficiale del partito era Il Popolo d'Italia, quotidiano fondato da Mussolini nel 1915.

Storia del partito
l PNF fu fondato a Roma il 7 novembre 1921 per iniziativa di Benito Mussolini come evoluzione in partito del movimento dei Fasci Italiani di Combattimento - fondati, sempre da Mussolini, a Milano, in piazza San Sepolcro, il 23 marzo 1919 - unita alla sua fusione con il movimento nazionalista.

Dopo la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, Mussolini fu incaricato dal re Vittorio Emanuele III di formare un nuovo governo. Il primo governo Mussolini fu un governo di coalizione sostenuto da una maggioranza composta dal Partito Popolare italiano e da altri gruppi di estrazione liberale. In seguito alla modifica della legge elettorale in senso maggioritario, il PNF ottenne una netta maggioranza alle elezioni politiche dell'aprile 1924, duramente contestate dalle opposizioni, che ne denunciarono le irregolarità: si ricorda il caso Giacomo Matteotti, che dopo aver denunciato i brogli, fu di lì a poco assassinato; il 3 gennaio del 1925 Mussolini, con un discorso alla Camera dei deputati,dichiarò provocatoriamente di assumersi la responsabilità storica di quanto accaduto, promettendo di chiarire la situazione nei giorni immediatamente seguenti. Infatti, fu celebrato un processo per il delitto Matteotti a carico di alcuni estremisti fascisti che furono condannati. Nel dopoguerra il processo sarà riaperto con gli stessi imputati, le conclusioni saranno simili e mai nessuno ha accertato responsabilità dirette e penali di Benito Mussolini nel delitto Matteotti. Per alcuni storici, come Indro Montanelli, le responsabilità di Mussolini, furono solo di natura morale. Il PNF fu l'unico partito ammesso in Italia dal 1928 al 1943, dopo l'emanazione delle leggi eccezionali e dotandosi di un proprio Statuto.

Il partito si dissolse con l'arresto di Mussolini (25 luglio 1943) e la conseguente caduta del regime fascista. Il 27 luglio il nuovo governo di Pietro Badoglio decretò ufficialmente lo scioglimento del PNF.

Liberato dai tedeschi il 10 settembre, Mussolini costituì il 13 settembre un nuovo Partito Fascista Repubblicano ("PFR") e un nuovo stato, la Repubblica Sociale Italiana (RSI, detta anche Repubblica di Salò), nella parte d'Italia ancora occupata dai tedeschi. Segretario del PFR fu nominato il 15 settembre Alessandro Pavolini. A Milano era già stato ricostituito il 13 settembre da Aldo Resega, che ne fu anche il primo commissario federale.

Il PFR cessò la sua esistenza con la morte di Mussolini e con la fine della Repubblica di Salò (28 aprile 1945).

La Costituzione della Repubblica Italiana, nelle Disposizioni transitorie e finali, vieta tuttora "la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista" (Disposizione XII). Ciò nonostante, nell'immediato dopoguerra venne fondato il Movimento Sociale Italiano (MSI) che, oltre ad ispirarsi esplicitamente ai valori fondanti della RSI, aveva fra i propri membri numerosi quadri dirigenti del PNF e del PFR.

Tutto cio' che è sopra citato è tratto da wikipedia per evitare, come sempre, che ci siano contestazioni.


CAMICIA NERA!

Per Camicia Nera si intende il primo grado della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, spesso, sia in passato che al giorno d'oggi con tale termine si intendeva indicare un appartenente all'organizzazione paramilitare dei membri iscritti al Partito Nazionale Fascista, la cui divisa era per l'appunto una camicia nera.

L'accostamento tra il fascismo e la camicia nera fu tale che non di rado quest'espressione è utilizzata, metonimicamente, per alludere a persone che evocano il ventennio e aderiscono a quest'ideologia (un po' come capita, ad esempio, all'orbace).



Qui sopra citata, c'è la descrizione delle camice nere che ci offre Wikipedia.
Bene ora vorrei aggiungere alcune cose io. Mi sono documentato ed ho parlato con persone anziane che hanno vissuto quel il VENTTENIO e che hanno subito gravi torti dalla camice nera. Si infatti si deve ammettere che molte camice nere hanno fatto grandi abusi di potere, ma da tenner conto che Mussolini era del tutto ignaro di cio' che facevano queste camice nere. Ma come da sempre il capo si assume tutte le responsabilita'.
Potrei raccontare migliaia di episodi delle camice nere, alcuni molto belli e altri terrificanti, azioni da gentiluomini e azioni da uomini senza onore e senza cuore, insomma come sempre e come in ogni periodo storico si sono alternate le varie fasi, e i vari compartamenti delle camice nere.

POVERI CAMERATI, NON SONO NEANCHE RICORDATI!

Oggi vi mostrero' un video tra cui sono elencati i nomi di alcuni fascisti uccisi dalla furia assassina comunista, ma se parlate con la gente, la colpa è sempre dei fascisti. Difatti di questi ragazzi non si ricorda mai, mentre invece, appena capita l'occasione, i morti comunisti subito vengono ricordati, non ci dimentichiamo che ogni anno c'è la giornata della memoria, mentre invece le Foibe o meglio la TRAGEDIA delle foibe non viene mai ricordata.
Ecco il video: